pag.2 - Dimorarivotorto

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San Giovanni XXIII
«La bontà rende serena la nostra vita».
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GENNAIO
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...Da Il mistero di Maria di Giovanni Moioli
È il mistero della Presentazione di Gesù, su cui vogliamo meditare. II nostro sguardo sia soprattutto sul Signore, per potergli dire, facendo eco ad Anna e Simeone, che rappresentano tutto il cammino, tutta l'attesa di Israele: "Tu sei la mia luce, tu sei la mia attesa, tu sei il mio incontro".
Simeone e Anna sono l'espressione di questa attesa, di questa lunga attesa, di questa lunga pazienza. E il Signore in tante maniere può presentarsi a noi così. Vi sono i momenti in cui il Signore sembra essere lì, quasi a portata di mano, e vi sono i momenti in cui il Signore fa pazientare. Ma anche noi facciamo "pazientare" il Si-gnore. Anche il Signore ha tanta pazienza: aspetta i momenti giusti, aspetta i tempi, ci incontra là dove neppure sospettiamo che ci possa trovare. Però è anche vero che il Signore tante volte ci fa pazientare. Come Simeone. Ci fa pazientare, forse, tutta una vita, tutti questi lunghi anni, in attesa di vederlo, di incontrarlo.
È la lunga attesa dei nostri Padri, da Abramo in su. È l'attesa di Mosè, che si avvicina al roveto ardente e vorrebbe vedere il Signore e, invece, "sente" soltanto la sua voce, deve aspettare ancora (cfr Es 3).
Finalmente, nel Signore Gesù Cristo, il Signore si fa "vedere": nel senso che un'esistenza umana, un volto u¬mano, una personalità umana diventano come il "luogo", la mediazione della visione di Dio. La festa della Presentazione di Gesù diviene allora come un richiamo
a ritrovare il senso che l'incontro con il Signore è anche l'incontro di una pazienza: "Tu sei la mia attesa".
E, intanto, questa attesa purifica i nostri desideri, anche quando sembra che tanti distacchi vengano domandati, vengano realizzati. Perché, a poco a poco, noi ritro-viamo quello che apparentemente perdiamo: lo ritroviamo in una maniera ancora più profonda, ancora più vicina, più interiore. Perché, soprattutto con sempre mag¬giore verità, noi scopriamo che il nostro desiderio ultimo, il senso ultimo del nostro desiderio è il Signore. Questo mistero non è soltanto il mistero dell'attesa, ma la festa dell'incontro. Dobbiamo vivere in questa speranza.
E anche quando diciamo al Signore nella notte: "Tu sei la mia luce", perché, paradossalmente il buio ci fa dire questo, anche quando sembra che i nostri desideri vengano come disancorati e perdano la loro forza, questo non rimane perennemente interlocutorio. Qualche volta, anche in una maniera profonda, pur non visibile e sensibile, il Signore ci dà il senso che egli è il nostro "incontro": perché ci sorregge, perché ci dà una pace, una tranquillità; perché ci dà una speranza.
In ogni caso, la nostra vita è fatta per l'incontro. Come per Simeone e Anna. A questo incontro ci introduce Maria, "presentandoci" il Signore.

CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, offerto al Padre nel tempio ... Santa Maria ... (10 volte). Gloria al Padre...

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