pag.2 - Dimorarivotorto

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San Giovanni XXIII
«La bontà rende serena la nostra vita».
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GENNAIO
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Da Seguendo Te, luce della vita di Bruno Forte
Il racconto delle nozze di Cana (Giovanni 2,1-12) ha un chiaro intento teologico, evidenziato dal v. 11: "Questo inizio dei segni compi Gesù in Cana di Galilea e manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui". Data l'attenzione che Giovanni presta ai segni rivelativi del mistero che si compie nel Verbo incarnato, la caratterizzazione dell'evento di Cana come inizio e prototipo di essi, dà al racconto un notevole rilievo nell'intero Vangelo: siamo di fronte alla chiave dell'intera rivelazione di Cristo. Di conseguenza, l'attenzione riservata alla Madre di Gesù in questo brano situa Maria in una posizione di particolare importanza rispetto alla totalità del mi-stero del Redentore.
Il segno di Cana rivela Gesù come lo Sposo divino del nuovo popolo di Dio, con il quale conclude l'alleanza nuova e definitiva nel suo mistero pasquale. Si è alla svolta decisiva della storia della salvezza: in essa la Madre di Gesù ha un ruolo, che certamente non a caso l'Evangelista ha voluto evidenziare.
E Maria a notare il bisogno che si è venuto a determinare: "Non hanno più vino" (v. 3). Sia che si tratti di una semplice constatazione, sia che queste parole rivelino una domanda ispirata dalla fiducia che il Figlio potrà intervenire, si manifesta qui l'attenzione tenera e concreta della Madre, che presenta al Figlio la necessità degli amici.
La risposta apparentemente tagliente di Gesù: "Che vi è fra me e te, o donna? Non ancora è giunta la mia ora" (v. 4), indica che la divergenza è fra il vino di cui Maria segnala il bisogno e il "vino nuovo" che sarà dato nell'«ora» di Gesù. Questa «ora» è l'evento pasquale della passione, morte e resurrezione di Gesù (cfr Giovanni 7,30; 8,20; 12,23.27; 13,1; 17,1; 19,27): essa percorre tutto il Vangelo di Giovanni come indicazione del momento supremo, atteso, annunciato e preparato, del passaggio di Gesù da questo mondo al Padre. Le parole che la Madre rivolge ai servi sono di grande importanza: "Fate quello che vi dirà" (v. 5). Esse evocano il contesto dell'alleanza del Sinai: come il popolo dell'antico patto risponde alla rivelazione divina assentendo nella fede - "Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo" (Esodo 19,8; 24,3.7) -, così Maria manifesta la sua fiducia incondizionata nel Figlio, che ha appena evocato il mistero della sua «ora». L'invito, poi, che ella rivolge ai "servi" mostra il ruolo di modello e madre nella fede che ella avrà nella comunità dell'alleanza: in Maria l'antico patto passa nel nuovo, Israele nella Chiesa, la Legge nel Vangelo, per via della sua fede totale e incondizionata nel Figlio, al quale orienta se stessa e gli altri: "Fate quello che vi dirà". Nella Chiesa nata dalla Pasqua della nuova e perfetta alleanza, la Vergine Madre è colei che presenta al Figlio i bisogni dell'attesa e conduce alla fede in lui, condizione necessaria perché il vino nuovo riempia le giare dell'antica purificazione. La via per entrare nelle nozze messianiche - sigillate dal sangue dell'Agnello, offerto sul monte del sacrificio - è la fede, cui chiama la Madre, esempio vivente di questa salutare obbedienza credente: "Fate quello che vi dirà".

CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni con¬templazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che cambiò l'acqua in vino ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre.

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