pag.2 - Dimorarivotorto

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San Giovanni XXIII
«La bontà rende serena la nostra vita».
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pag.2

Preghiere
...3. Pace e lotta spirituale
È necessario soffermarci su un’altra verità, non meno importante: la vita cristiana è una lotta, una guerra senza tregua. San Paolo ci in-vita, nella Lettera degli Efesini, a rivestire l’armatura di Dio per lotta-re «non contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6,10-17). Egli descrive dettagliatamente tutti i pezzi di quella armatura che dobbiamo indossare. Ogni cristiano dev’essere ben convinto che la sua vita spirituale non può in alcun caso ridursi a uno scorrere tranquillo di giorni senza storia, ma deve essere il luogo di una lotta costante (contro il male, le tentazioni, lo scoraggiamento), a volte dolo-rosa, che terminerà solo alla morte. Quest’inevitabile lotta è da interpretare come una realtà estremamente positiva. Poiché «non c’è pace senza guerra» (Santa Caterina da Siena), senza lotta non c’è vittoria. Proprio questo conflitto è il luogo della nostra purificazione e della nostra crescita spirituale, in tal modo impariamo a conoscere noi stes-si nella nostra debolezza e Dio nella sua infinita misericordia. Ma la lotta spirituale del cristiano, pur essendo talvolta dura, non è mai la guerra disperata di chi si batte in solitudine, alla cieca, senza nessuna certezza circa l’esito dello scontro. È la lotta di chi combatte con l’assoluta certezza che la vittoria è già assicurata, perché il Signore è risorto. Così, non combattiamo da soli con le nostre forze, ma con il Signore che ci dice: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» e la nostra arma principale non è la naturale fermezza del carattere o l’abilità umana, ma la fede, questa totale adesione a Cristo che ci permette, anche nei momenti peggiori, di abbandonarci con fiducia cieca a colui che non ci abbandonerà. «Tutto posso in colui che mi dà la forza».

4. La pace: scopo frequente della lotta spirituale
La pace interiore non è solamente una condizione della lotta spirituale, essa ne è – molto spesso – il fine. È molto frequente che la lotta spirituale consista esattamente in questo: difendere la pace interiore dal nemico che si sforza di rapircela. In effetti, una delle abituali strategie messe in atto dal demonio per allontanare un’anima da Dio e ri-tardarne il progresso spirituale, è tentare di farle perdere la pace interiore. Ecco cosa dice in merito Lorenzo Scupoli, uno dei più grandi maestri spirituali del sedicesimo secolo, molto stimato da san Francesco di Sales: «Il demonio si sforza con tutto se stesso di bandire la pace dal nostro cuore, perché sa che Dio dimora nella pace ed è nella pace che opera grandi cose». Sarà molto utile rammentarlo perché spesso, nello svolgimento quotidiano della nostra vita cristiana, accade che sbagliamo combattimento – se così si può dire –, che mal orientiamo i nostri sforzi. Combattiamo su un terreno dove il diavolo ci trascina sottilmente e sul quale può vincerci, invece di combattere sul vero campo di battaglia dove, con la grazia di Dio, siamo sempre sicuri di vincere. Questo è uno dei grandi segreti della lotta spirituale: non sbagliare combattimento, saper discernere, malgrado le astuzie dell’avversario, contro cosa dobbiamo realmente lottare e dove diri-gere i nostri sforzi. È errata la convinzione che, per riportare la vittoria nella lotta spirituale, occorra vincere tutti i nostri difetti, non soccombere mai alla tentazione, non avere più debolezze e mancanze. Su questo terreno saremo immancabilmente sconfitti! Perché, chi di noi può avere la pretesa di non cadere mai? Non è certo questo che Dio esige, «poiché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere». Al contrario, la vera lotta spirituale consiste principalmente nell’imparare a non turbarci eccessivamente quando ci capita di essere miseri e a saper approfittare delle nostre cadute per rialzarci più in alto. Cosa sempre possibile, a condizione di non perderci d’animo e di conservare la calma. Si potrebbe dunque a ragione enunciare questo principio: il primo obiettivo della lotta spirituale, verso cui devo-no tendere i nostri sforzi, non è ottenere sempre la vittoria (sulle nostre tentazioni, sulle nostre debolezze ecc.), è piuttosto imparare a custodire il proprio cuore nella pace in tutte le circostanze, anche in caso di sconfitta. Dobbiamo mirare a questa vittoria completa sui nostri difetti e desiderarla, ma essere ben consapevoli che non bastano le nostre proprie forze, e non pretendere di ottenerla immediatamente. È unicamente la grazia di Dio che ci darà la vittoria e la sua azione sarà tanto più potente e rapida, se sapremo mantenere l’anima nostra in pace ed abbandonarci con fiducia nelle mani del Padre.

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